Il contest è mortificante perché parte dal presupposto che un premio sia preponderante rispetto alla professionalità.
Il contest è inutile perché è come un acquazzone su un terreno arido: fa le pozze, lascia il fango ma non irriga.
Il contest non è una trovata geniale ma una prassi peculiare di una realtà che vive e si muove in funzione del contest.
Il contest calato dall’alto è come correre i 100 mt piani con i doposci, dopo aver mangiato la polenta concia.
Il contest è la prova provata che un prodotto ha poco mercato (perché, se lo avesse, non ci sarebbe bisogno del contest).
Il contest è un bell’alibi.
Il risultato del contest non misura niente perché non è replicabile
Il contest in un soggetto regolato e vigilato è un ossimoro.