Sotto a chi tocca! (già, ma a chi Tocca?)

La fine del 2017 è stata un concentrato di situazioni, avvenimenti ed esperienze che, di norma, si dipanano in tempi più lunghi. In meno di due mesi abbiamo sommato trattative sindacali, agitazioni, ricapitalizzazioni, incorporazioni annunciate e ritirate, rischi concreti di mercato, cessioni, sdoganamento del Fondo di Sostegno al Reddito e tutte le perplessità, le ansie ed i timori che ciascuno ha vissuto dentro di sé. Oggi, mentre ci lecchiamo le ferite di un esodo di clientela senza precedenti ed i cui esiti rischiano di riflettersi, pericolosamente, sul bilancio di un intero anno (già difficile di suo), si vive in una calma che è solo apparente in quanto rapportata alla convulsione di quei giorni là. Ma oggi, soprattutto, si lavora per dare continuità e mettere a terra tutto ciò che in quei giorni là si è concordato, pattuito, stabilito e dichiarato. In questo senso, noi non dimentichiamo quanto dissero gli analisti dopo la presentazione del Piano Industriale. Dissero che le stime sul contenimento dei costi erano credibili mentre le prospettive di crescita dei ricavi erano troppo ottimistiche. Il tempo futuro dirà se quei giudizi fossero correttamente calibrati oppure no ma, intanto, il tempo presente dice che i rappresentanti dei lavoratori e la delegazione aziendale hanno fatto il proprio lavoro, aprendo nuove strade per il contenimento dei costi che consentiranno una uscita dal mondo del lavoro senza traumi, che hanno tenuto conto di quanto i lavoratori avessero già dato nel tempo, che renderanno più conciliabili i tempi vita/lavoro e che terranno nella dovuta considerazione le aspettative delle persone coinvolte dalle riorganizzazioni degli asset oggetto di cessione.
Ora però è tempo che anche altre funzioni della Banca facciano la propria parte.
È già successo troppe volte che i necessari aggiustamenti, ammodernamenti e adeguamenti che discendevano da pattuizioni contrattuali rimanessero ben chiusi nel libro dei sogni mentre la quotidianità era fatta delle solite, ripetitive, maledette ed imbarazzanti falle di un sistema che si regge solo sul senso di responsabilità di chi ci mette la faccia e sulle minacce degli urlatori di professione.
Sotto a chi tocca, allora!
Perché il tempo va veloce, bisogna scoprire se gli analisti avessero ragione e non c’è posto per i dispensatori di supercazzole.
Perché se il direttore di agenzia è un king, deve poterlo essere davvero.
Perché se bisogna vendere non si può impiegare il 44% del tempo a gestire carta e soprattutto bisogna avere merce da vendere.
Perché gli uffici di Sede dovranno essere presidiati per dare il giusto sostegno alla Rete.
Sotto a chi tocca, allora! Noi sappiamo bene a chi tocca, lo sanno tutti. Facciamo che i soli a non saperlo non siano quelli a cui effettivamente tocca!

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