L’anno nuovo ripropone problemi vecchi ed è ora che chi ne ha la responsabilità trovi le soluzioni adeguate. Sembra incredibile, eppure siamo di nuovo e ancora qui a parlare della spendibilità dei buoni pasto. Cicliche come una colica di fegato (che peraltro provocano), stanno tornando le segnalazioni del rifiuto di accettarli da parte di singoli esercenti, punti vendita in franchising riconducibili ad aziende regionali o nazionali e gruppi commerciali di grande distribuzione, tutti (apparentemente) regolarmente convenzionati. Senza contare che, ed è anche peggio, in tempi recenti, la normativa nazionale di riferimento ha fatto ordine nelle norme che regolamentano il settore. Serve ricordare, a chi sembra curarsene poco, che il buono pasto è un servizio sostitutivo di mensa, necessario in un’azienda dis
tribuita sul territorio che non può, ovviamente, fornire una mensa a tutti? Che è previsto dal CCNL? E serve ricordare che l’impossibilità di utilizzarlo equivale a non potersi giovare di un diritto? É lecito ritenere che il periodo di prova della Qui!Group si possa ritenere concluso e che, quindi, gli utilizzatori si aspettino che il sevizio funzioni? Secondo la nostra opinione, la consapevolezza che l’impresa che gestisce il servizio sia un cliente di riguardo, che è bene preservare, non può essere scambiata con un danno per i lavoratori. Tutto questo sembra interessare veramente poco sia alla nostra azienda, sia all’impresa che gestisce il servizio e questo è dimostrato dal fatto che gli accordi presi per la gestione delle criticità non producono risultati tempestivi e positivi.
La componente sindacale della Commissione Ticket (nella quale, ovviamente, è presente la FABI) si sta già occupando del problema che costituisce l’argomento dell’ordine del giorno di un incontro con l’Azienda e la Qui!Group. Ma per essere produttivo, l’incontro deve essere finalizzato alla messa in opera di soluzioni. Per questo motivo abbiamo aperto l’indirizzo di posta elettronica buonipasto@fabicarige.it, in modo da raccogliere tutte le segnalazioni di disservizio e poterle veicolare direttamente ai nostri interlocutori, con lo scopo di richiamarli direttamente alle loro responsabilità. Affinché le segnalazioni siano efficaci è necessario che contengano:
i dati dettagliati del punto vendita, completi di indirizzo nel quale è stata effettuata la transazione e di cui si segnala il problema o il rifiuto all’utilizzo del Buono Pasto elettronico Qui!Group;
l’eventuale messaggio sul display del POS, in caso di problema tecnico;
la motivazione dettagliata e, possibilmente, la foto del cartello presso l’esercizio commerciale, in caso di rifiuto da parte del punto di vendita di accettare il pagamento tramite Buono Pasto elettronico di Qui!Group.
In nessun modo le difficoltà dei colleghi possono essere la contropartita dei rapporti che l’Azienda non sa tenere con i propri clienti.